Fondata nel 1946 da un gruppo di eminenti autori, l’Unione degli Scrittori Polacchi all’Estero (Związek Pisarzy Polskich na Obczyźnie – ZPPnO) continua a svolgere un ruolo fondamentale nell’unire i polacchi residenti all’estero e nel preservare la cultura nazionale. Elżbieta Smoleńska, membro del consiglio direttivo dell’Unione, ne ha raccontato la storia, la missione e le sfide attuali in un’intervista durante la Fiera Internazionale del Libro di Varsavia.
Radici del dopoguerra: la libertà di espressione come affermazione
L’Unione degli Scrittori Polacchi all’Estero è nata nell’agosto 1946 per iniziativa di alcune decine di scrittori, membri del PEN Club polacco, che dopo la Seconda guerra mondiale decisero di rimanere in esilio. “È stata una risposta all’esigenza di scrivere nella propria lingua madre, al riparo dalla censura e dai vincoli politici”, ha spiegato Elżbieta Smoleńska a Family News Service. Tra i fondatori figuravano Stanisław Baliński, Tymon Terlecki, Stefania Zahorska e Kazimierz Wierzyński, quest’ultimo in rappresentanza degli scrittori polacchi residenti a New York.
Nel corso degli anni, i premi letterari conferiti dallo ZPPnO hanno riconosciuto autori polacchi emigrati e traduttori della letteratura polacca, tra cui nomi di spicco come Gustaw Herling-Grudziński, Czesław Miłosz, Jan Lechoń, Marian Hemar, Edward Raczyński, e più recentemente Wioletta Grzegorzewska, Eric Karpeles e György Gömöri.
Fin dall’inizio, l’obiettivo principale dell’Unione è stato quello di “promuovere la creazione letteraria polacca all’estero e sostenere gli scrittori in esilio”. Smoleńska sottolinea che durante il periodo comunista in Polonia, il Pamiętnik Literacki, al pari di Kultura (Parigi) e dei Zeszyty Literackie, rappresentava uno spazio in cui gli scrittori emigrati potevano pubblicare liberamente.
Il “Pamiętnik Literacki” e la riscoperta degli scrittori dimenticati dell’emigrazione
La rivista principale dell’Unione, Pamiętnik Literacki, pubblicata dal 1976, propone non solo poesia, prosa ed essai, ma anche una documentazione della vita culturale dei polacchi all’estero. “Il suo archivio è una risorsa preziosa non solo per gli studiosi della letteratura dell’emigrazione, ma anche per gli storici che si occupano dei polacchi residenti all’estero”, ha spiegato Smoleńska, redattrice e autrice della rivista.
Lo ZPPnO è attivo anche nella pubblicazione e promozione del patrimonio letterario polacco. Ha curato monografie dedicate, tra gli altri, a Norwid, Wyspiański e Conrad.
Un’altra area d’interesse è la promozione della conoscenza di scrittori ed esponenti culturali dell’emigrazione, come i coniugi Bednarczyk, editori a Londra. Una figura particolarmente affascinante è quella di Feliks Topolski, pittore, reporter e cronista degli eventi più importanti del XX secolo. Smoleńska si è impegnata a farne conoscere la figura, organizzando l’anno scorso un incontro-lezione intitolato Il Topolski polacco, presso l’ex atelier dell’artista vicino alla stazione di Waterloo, che ospita ancora un ampio archivio.
“Era una personalità fuori dal comune, con una biografia eccezionale”, racconta Smoleńska. “Artista visivo e reporter, si stabilì a Londra nel 1935 come corrispondente di un quotidiano polacco. Durante la guerra, documentò le vicende delle Forze Armate Polacche in Occidente. Nel 1941 prese parte a un convoglio militare diretto ad Arcangelo, fu testimone della liberazione del campo di Bergen-Belsen e raccontò il processo di Norimberga”.
La sua monumentale pittura dell’incoronazione della regina Elisabetta II è tuttora esposta a Buckingham Palace. Le sue cronache illustrate, pubblicate dai Bednarczyk, sono una testimonianza unica dell’epoca. “Purtroppo oggi in Polonia è poco conosciuto. Eppure, ai suoi tempi, Feliks Topolski era una vera celebrità: amico del principe Filippo, di Indira Gandhi, conosceva Picasso e G.B. Shaw”, ha aggiunto Smoleńska.
Salotti letterari e presente ibrido
Una tradizione dell’Unione sono i salotti letterari organizzati dalla presidente dello ZPPnO, Regina Wasiak-Taylor, affiancata per anni dall’attore Janusz Guttner. Originariamente si svolgevano presso “Ognisko Polskie”, in un edificio storico nel centro di Londra; oggi si tengono al POSK (Centro Culturale e Sociale Polacco).
“Si tratta di eventi che uniscono la lettura di testi letterari e poetici con esibizioni di musicisti e artisti visivi. Un tentativo di ricreare l’atmosfera dei salotti letterari della Varsavia tra le due guerre”, racconta Smoleńska.
Oggi lo ZPPnO coniuga tradizione e innovazione. “Molti incontri e conferenze si svolgono su Zoom. Si può partecipare comodamente dal proprio divano a Melbourne o a New York e dialogare con autori collegati da Varsavia o Londra”, spiega. L’Unione conta attualmente circa cento membri distribuiti su quattro continenti e il modello ibrido di incontri favorisce la coesione tra scrittori polacchi all’estero.
Giovani, multilingue, digitali
Una delle principali sfide è attirare la nuova generazione di emigrati. “È la generazione Erasmus: ben istruita, poliglotta, aperta al mondo”, sottolinea Smoleńska.
Lo ZPPnO promuove la propria attività sui social media e documenta gli eventi principali, come la recente serata poetica dedicata a Maria Pawlikowska-Jasnorzewska, interpretata dalla celebre attrice Maja Komorowska durante la Fiera del Libro nella Città Vecchia di Varsavia.
L’Unione è aperta a nuovi membri. “Basta visitare il nostro sito: https://www.zppno.org/, oppure trovarci su Facebook, inviare un CV e l’elenco delle pubblicazioni”, invita Elżbieta Smoleńska.
Family News Service