La chiesa Quo Vadis è un luogo importante di Roma soprattutto per i polacchi. All’interno si trova una copia dell’impronta di Gesù in pietra, un ricordo del leggendario incontro dell’apostolo Pietro con il Signore Gesù. È stato questo evento a ispirare Henryk Sienkiewicz, premio Nobel polacco, autore del romanzo “Quo Vadis”, che ha visto molti adattamenti sul grande schermo. Oggi è il 108° anniversario della sua morte.

La chiesa si trova sulla strada romana in pietra chiamata Via Appia. Quella che oggi è la Via Appia Antica, una volta era lunga più di 500 km e larga più di quattro metri. Ad oggi, ciò che ne resta è modesto. La costruzione iniziò nel 312 a.C., su richiesta del censore Appio Claudio. La strada prese il nome da lui.

I polacchi visitano questa chiesa abbastanza spesso. Questo luogo è legato a Henryk Sienkiewicz e al suo romanzo vincitore del premio Nobel „Quo Vadis”. Sienkiewicz a Roma fu deliziato dalla chiesa. La sua guida della città fu il pittore polacco Henryk Siemiradzki.

Il nostro premio Nobel immaginava così l’incontro di Pietro, colui che lasciava Roma per paura della persecuzione, con il Salvatore:

“Pietro si fermò e disse: 'Vedi quella luminosità che viene verso di noi?
„Non vedo niente,” rispose Nazzareno. Allora Pietro dopo un po’ disse, coprendosi gli occhi con la mano:
– Una figura cammina verso di noi nel raggio del sole.
(…) Il manto del viaggiatore dalle mani di Pietro scivolò a terra, i suoi occhi fissavano davanti a sé, la sua bocca era aperta, mentre lo stupore, la gioia, il piacere erano dipinti sul volto. Improvvisamente si gettò in ginocchio con le braccia distese davanti a sé, e un grido gli uscì dalla bocca:
– Cristo! Cristo!…
E cadde con la testa a terra, come se stesse baciando i piedi di qualcuno (…).
– Quo vadis, Domine?…
E non udì la risposta di Nazzareno, ma una voce triste e dolce giunse alle orecchie di Pietro, che diceva:
«Visto che tu hai abbandonato il mio popolo, vado a Roma per essere crocifisso una seconda volta».

L’apostolo, nonostante fosse cosciente che sarebbe morto martire, tornò a Roma.
Secondo la leggenda, nel luogo dell’incontro dell’apostolo con Gesù, sulla pietra rimasero impresse le orme del Salvatore. Ed è lì che è stata costruita prima una cappella, e poi la chiesa.

La chiesa è piccola, a un’unica navata, e la sua attuale facciata risale al XVII secolo. Attraverso il centro dell’edificio passa la „strada nera”, un frammento di questa antica strada. Una copia dell’impronta di Gesù è conservata in un luogo centrale sul pavimento. Sono lunghi 27,5 cm. L’impronta originale si trova invece nella chiesa di S. Sebastiano. A sinistra dell’ingresso si trova il busto in bronzo di Henryk Sienkiewicz.

L’interno della chiesa Quo Vadis, foto di Amata J. Nowaszewska /amily News Service

L’impronta considerata originale di Gesù nella chiesa di S. Sebastiano alle Catacombe, foto: s. Amata J. Nowaszewska /Family News Service

Busto di Sienkiewicz nella chiesa di Quo Vadis, foto: s. Amata J. Nowaszewska /Family News Service

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