Grazie all’intelligenza artificiale, possiamo ascoltare come Stella Fidelseid, una donna ebrea sopravvissuta all’Olocausto, ricorda la rivolta del Ghetto di Varsavia. È possibile ascoltare la sua storia mentre si passeggia per Varsavia, nel territorio dell’ex ghetto. L’iniziativa accompagna la mostra „Un mare di fuoco intorno a noi”, che racconta la storia dei civili ebrei durante l’insurrezione del ghetto.
Stella Fidelseid era una biologa polacca di origine ebrea. Durante l’occupazione si ritrovò nel ghetto di Varsavia. Lavorava come tecnico di laboratorio nell’ospedale per le malattie infettive. Quando scoppiò l’insurrezione, nell’aprile del 1943, aveva 26 anni. Nei mesi successivi si nascose nei bunker in via Wołyńska. Lì diede alla luce anche un figlio, che morì di fame pochi giorni dopo. Nel dicembre 1943 fuggì dal ghetto e si nascose a Milanowek fino alla fine della guerra. Merì nel 2001.
Di lei sono rimasti i ricordi dell’insurrezione, scritti dopo la guerra. Negli anni ’90 li ha raccontati anche alla Fondazione americana per la Shoah dell’Università della California del Sud. È sulla base di questa intervista, condotta in portoghese, che gli operatori del museo Polin, insieme all’agenzia Saatchi & Saatchi, hanno ricostruito la sua voce e registrato il suo diario. I risultati del loro lavoro sono straordinari, come ha confermato la famiglia dell’autrice. „Nella sua versione polacca sembra proprio lei. Mia madre aveva persino dei dubbi se fosse lei o AI”, ha affermato Marina Wajnsztejn, nipote di Stella Fidelseid, dopo aver ascoltato la registrazione.
Possiamo ascoltare i ricordi unicamente nel territorio dell’ex ghetto. In cinque fermate di Varsavia: Muranów 05, Nowolipie 03, Nowolipki 03, pl. Grzybowski 01 e Dzika 03 sono stati affissi dei manifesti con citazioni di Stella Fidelseid. Sono inoltre dotati di un codice QR che rimanda al sito web in cui è possibile trovare le registrazioni.
Possiamo conoscere la storia di Stella Fidelseid anche alla mostra „Un mare di fuoco intorno a noi” al Museo Polin. Si tratta della prima mostra dedicata al destino dei civili ebrei, dalla quale apprendiamo come si svolgeva la vita quotidiana nel bunker, durante l’insurrezione. Oltre a Stella Fidelseid, i protagonisti della mostra sono il diciassettenne Leon Najberg, che tornò nel ghetto per partecipare all’insurrezione, e Hena Kuczer, che ne ghetto perse i genitori e sette fratelli.
Le memorie di Stella Fidelseid possono essere ascoltate a Muranów fino alla fine di dicembre, mentre la mostra a Polin può essere visitata fino all’8 gennaio.