Il mosaico della Madre della Chiesa di Piazza S. Pietro è nota a tutti i pellegrini, sia romani che coloro che seguono la trasmissione della preghiera “Angelus” con il Papa. Pochi, però, conoscono la sua straordinaria storia, non così lontana nel tempo. Sul ruolo di S. Giovanni Paolo II e i motivi della collocazione dell’immagine sulla facciata del Palazzo Apostolico ci racconta don Waldemar Turek, filologo, patrologo e responsabile della Sezione Latina della Segreteria di Stato Vaticana.

Immagine di Maria Madre della Chiesa sulla facciata del Palazzo Apostolico, foto di don Paweł Rytel-Andrianik

Mancava Maria?

Il mosaico posto in alto su una delle pareti del Palazzo Apostolico ricorda ai pellegrini che giungono a piazza S. Pietro di Maria Madre della Chiesa. Oggi sarebbe difficile immaginare questo frammento della sede ufficiale dei papi e degli uffici della Segreteria di Stato senza la bella immagine di Maria, illuminata di notte e che accompagna tutti i visitatori in questo luogo speciale. Tuttavia, la storia del mosaico non è così lontana e complicata come la storia degli edifici vicini. È anche fortemente associata al pontificato di San Giovanni Paolo II.

Durante la Settimana Santa del 1980, il Papa polacco accolse diverse migliaia di giovani provenienti da varie università di tutto il mondo che vivere il Triduo Pasquale nella capitale del cristianesimo. Al termine dell’udienza, uno dei giovani avrebbe detto al Papa di aver visto molte statue di santi collocate nella Basilica di S. Pietro e nel colonnato del Bernini, ma non aveva scorto nessuna immagine di Maria. Giovanni Paolo II doveva aver risposto che in questo caso sarebbe stato necessario “completare” la piazza e collocare l’immagine della Beata Vergine Maria.

La prima bozza fu presentata a Giovanni Paolo II nel gennaio 1981, ma nessuna decisione fu presa per diversi mesi. La situazione cambiò con l’attentato del memorabile papa il 13 maggio 1981. Giovanni Paolo II era convinto fin dall’inizio di essere sopravvissuto grazie all’intercessione di Maria, e come espressione della sua personale gratitudine volle collocare nella Piazza S. Pietro l’immagine della Vergine Maria. Quindi è possibile – come scrive don Arkadiusz Nocoń nel suo libro „Sulle orme di Giovanni Paolo II dopo il Vaticano” – parlare di due motivi per la comparsa dell’immagine di Maria in Piazza S. Pietro: la sua assenza in questo luogo fino a quel momento e il ringraziamento per aver salvato il Santo Padre.

PROTOTIPO SECOLARE

Tuttavia, trovare in piazza S. Pietro, un posto adeguato per una nuova immagine non era facile, perché molti credevano che questo spazio fosse architettonica-mente terminato e non potesse permettersi alcuna modifica. Infine, si decise di collocare il mosaico, oscurando una delle finestre del Palazzo Apostolico – questo luogo è ben visibile da quasi tutta la piazza.

Si chiedevano anche quale dovesse essere l’immagine di Maria. In questo caso, il Papa stesso decise di presentare Maria come la Madre della Chiesa, perché accompagna la comunità cristiana fin dalla sua nascita, soprattutto nei momenti difficili. Tuttavia, il titolo Mater Ecclesiae, o Madre della Chiesa, era relativamente fresco – S. Paolo VI proclamò Maria Madre della Chiesa il 21 novembre 1964, al termine della Terza Sessione del Concilio Vaticano II. Alcuni membri degli ambienti vicini al papa e tra i dipendenti delle istituzioni vaticane preferivano un’immagine di epoche precedenti.

In questo contesto, fu richiamata l’attenzione su un affresco raffigurante Maria Madre della Chiesa, situato nella basilica di S. Pietro, nell’altare della Madonna della Colonna (letteralmente: dalla colonna). Ad oggi, si può ammirare nella cappella della basilica, situata in profondità nella navata sinistra, vicino all’altare di S. Leone Magno. Il nome dell’affresco deriva dal fatto che fu dipinto nel XV secolo su una delle colonne della vecchia basilica, e in seguito, dopo la costruzione della nuova basilica, fu spostato nella sua sede attuale e incoronato nel 1645.

Questo affresco piaceva molto a Papa Paolo VI, che decise di rinnovarlo e di dargli il titolo di Mater Ecclesiae, in ricordo del già citato evento del 21 novembre 1964, ossia la proclamazione di Maria a Madre della Chiesa, alla quale – come ho detto – i vescovi polacchi partecipanti alle deliberazioni del Concilio Vaticano II contribuirono in modo significativo. L’affresco della basilica servì da modello per il mosaico previsto. È stato riprodotto il più fedelmente possibile, solo la chiarezza dei colori è stata rafforzata per rendere l’immagine più visibile a distanza.

LO SGUARDO SULLA MADRE

Il mosaico, lungo più di due metri e mezzo, raffigura la Madre di Dio con Gesù Bambino. È caratterizzato da una ricca combinazione di colori con una netta dominanza di blu, oro e giallo. Sotto l’immagine è stato collocato lo stemma del Papa polacco e il suo motto “Totus Tuus” su sfondo marrone, e sotto il mosaico la scritta “Mater Ecclesiae”. L’opera è stata realizzata dal prestigioso Studio del Mosaico Vaticano. Un fatto interessante è che lo studio che esiste ancora oggi, situato tra la Basilica di S. Pietro e la Casa di Santa Marta, dispone di 27.000 diverse tonalità di pietruzze, utilizzate per rinnovare mosaici storici trovati in molte chiese romane, oltre a crearne di nuovi.

Papa Giovanni Paolo II benedisse l’immagine prima della preghiera dell’Angelus dell’8 dicembre 1981. In questa occasione, sottolineò che il mosaico avrebbe dovuto aiutare tutti coloro che sarebbero venuti in piazza San Pietro: “alza gli occhi a Maria e con devozione fanciullesca rivolgi a lei il tuo saluto e la tua preghiera”.

Uno sguardo all’immagine, così strettamente associata ai santi Papi Paolo VI e – soprattutto – Giovanni Paolo II, è un buon richiamo per tutti i cristiani a rivolgersi a Maria, Madre della Chiesa, chiedendo la protezione su tutti i discepoli del suo Divin Figlio e sul mondo intero.

Don Waldemar Turek

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